La storia nascosta dietro l‘erezione di questo tempio-museo è unica al mondo. In un percorso mistico, storico ed umano il turista può cogliere lo scopo per cui è stato costruito. Un mix di emozioni avvolto in un Tempio che lascerà traccia nei visitatori
L‘Oltrepò pavese dispone di molti luoghi di culto, ma quello di cui stiamo parlando merita senza dubbio una particolare attenzione; si tratta di un luogo assolutamente unico nel suo genere, come la storia che lo caratterizza. Stiamo parlando del Tempio della Fraternità di Cella Varzi.
Questa chiesa è stata eretta tra i boschi ei monti di Cella, frazione del Comune di Varzi, dove nacque colui che realizzò quest‘opera. La sua realizzazione, senza precedenti, è merito di Don Adamo Accosa cappellano militare reduce della Seconda Guerra Mondiale. Il suo desiderio era quello di costruire una chiesa nella sua città natale ed ebbe l‘idea di raccogliere le rovine del conflitto per costruire il tempio come simbolo e auspicio di una ricostruzione più grande: quella della fratellanza umana.
Durante un suo viaggio a Parigi Don Adamo Accosa ebbe la grande fortuna di incontrare per caso Monsignor Angelo Roncalli, che divenne poi Papa Giovanni XXIII, e dopo avergli raccontato del suo progetto, il futuro Pontefice, colpito dalla stupenda iniziativa, decise di aiutarlo. Come gesto di incoraggiamento gli inviò la prima pietra, ricavata dall‘altare frantumato della Chiesa di Coutances.
Questa fu solo la prima pietra che venne inviata al prete soldato, in quanto moltissime altre città decisero di contribuire all‘erezione dell‘altare maggiore, inviando ognuna una rovina del monumento più significativo. Alcune delle città in questione sono: Berlino, Dresda, Varsavia, Londra, Milano, Montecassino, Nagasaki e Hiroshima.
Oggigiorno, questo tempio rappresenta un vero e proprio museo, in quanto vengono conservati numerosi oggetti di vario genere provenienti da luoghi del conflitto o donati direttamente dalle famiglie dei defunti.
La realizzazione di quest‘opera è stata possibile grazie alla bontà e alla semplicità dell‘idea di Don Adamo, che ha conquistato molti cuori in un particolare momento storico. Per l‘edificazione di questo tempio-museo hanno collaborato molte autorità, diplomatici, giornalisti, aziende e specialmente le associazioni di reduci e combattenti di varie nazioni.
Per chi visita l‘Oltrepò pavese o per chi vive da queste parti ma non c‘è mai stato è vivamente consigliato andare a visitare quest‘opera, immersa nei boschi ma in grado di raccontare aspetti della guerra mai visti prima, in quanto sono presenti nel sito anche molti oggetti bellici risalenti all‘ultimo conflitto mondiale.