Vi capita mai di tornare in un luogo, dopo tanti anni, e rivivere tutto in un volo nuovo, tra stupore e nostalgia? Nuove emozioni ti fanno vibrare le antenne ed è così per me, quest’oggi.
(di Katiuscia Girgenti)
All‘interno la chiesetta, le scuderie e le stalle di volte e pilastri tondi. Di mattoni pieni, marmi e sasso son le dimore dei mezzadri siffatte, a girare in tondo, quale cinta muraria del Maniero Medioevale. Mi son sempre chiesta, visti i canali di irrigazione e la prevalenza delle colture a frumento, se all‘interno vi fosse anche un mulino. In ogni caso, ci sarebbe stato proprio bene!!!
I cancelli si aprivano e dal viale in ciottolo, che correva in mezzo al giardino, si poteva raggiungere in carrozza la dimora patronale, con le sue torri, la meridiana ed i capitelli in cotto. Un volo di fantasia per rievocare la quotidianità di un tempo, proiettata nel XVI secolo.Ad un tratto immagino la signora Adorno, che s’Botta, nel scendere dalla carrozza e tira su leggermente le gonne, per non insudiciarle di fango, quanto basta per non destar «Rinascimento» nell‘umor dello scudiero, alla visione di un lembo di caviglia scoperto!!
Non capisco perché tra tutti i bei pensieri, debba palesarsi proprio questo?! Personalmente non mi si porrebbe neppure il problema; sono un‘ape!! Sarà che, ahimé, lo sfarzo di un tempo è un vecchio ricordo ed il palazzo è ormai abbandonato all‘incuria. Ma quest‘oggi io e lo ZioPatri, abbiamo colto l‘occasione di un‘apertura eccezionale. I Pavoni, rimasti unici testimoni della ricchezza che fu, ci hanno accolto ai cancelli e condotti attraverso le sale, sino alla cappella , ove un tempo si celebrarono importanti matrimoni e banchetti.
Con un coloratissimo volo, al ritmo di un «Allegro» violino, ci hanno accompagnati nell‘immenso parco, ornato di piante secolari, da cui è possibile ammirare la tenuta, in tutta la sua magnificenza. Quando ancora andavo a scuola col pulmino, passavo di qui con i miei compagni; altre volte, invece scorrazzavamo in voli pomeridiani, dopo i compiti, eppure mai avevo guardato questo posto con gli occhi di oggi e se si dice che" ogni cosa ha il suo tempo" e certo non torneranno i miei voli di gioventù , vero è anche che, per alcune cose, i tempi possano tornare.
Dunque, chissà, se per il Castello di Castelletto di Branduzzo, detto anche dei Botta Adorno, non sia giunta l‘ora di risplendere in una veste nuova?
Continuate a seguire l‘Ape Meliflora
di Katiuscia Girgenti