Esploriamo insieme il cuore selvaggio della natura: avventure emozionanti tra le Cascate del Morcione. Itinerario dal fascino unico in una cornice turistica che solo l’Oltrepò Pavese è in grado di donare
di Katiuscia Girgenti
Dopo le incessanti piogge, risplende oggi il sole e mi decido così per una breve gitarella al riparo dal vento, addentrandomi nei boschi per raggiungere una delle perle nascoste del nostro territorio. Il percorso è in principio ben tenuto, almeno fino a dove corre l‘acquedotto di Crocilia, antica borgata, ma poi la vegetazione si infittisce, tra querce, rosa canina, ginepri, roveri, prunioli selvatici, divenendo quasi impenetrabile, fino al piccolo luogo segreto.
Il bosco è un tappeto di primule, viole, anemoni, denti di cane e nel ronzare di fiore in fiore, mi son anche imbattuta in qualche tronco dalla forma strana. Oddio!! Non è un tronco!! Bensì un corno di capriolo e una mandibola di Cinghiale...
Mi vibrano un po‘ le antenne dalla paura!!!
Qui sicuramente regna sovrano qualche lupo.
Chissà se d‘impatto fa più paura un lupo o un‘ape? Sicuramente faccio più paura io!! HIIHIIII!
Lo scialacquio dell‘acqua limpida porta con sé le voci delle rocce su cui si infrange, quali testimoni della storia dei luoghi, dal Dominio dei Dal Verme, storie di briganti e di gabelle fino alle più recenti battaglie partigiane.
Ne odo nell‘anima il chiassoso coro ed il mio volo è così a tratti malinconico, nostalgico..
Allo stesso tempo, l‘acqua, coi suoi zampilli, mi invita a giocare ed io non resisto alla voglia di volteggiarci in mezzo, rinfrescandomi le ali ed allietando i pensieri. Le passatoie sono state portate via dalla piena del torrente e quindi il luogo è irraggiungibile, ma è lì, meraviglioso, lo so. Le sento in lontananza, le affascinanti Cascate del Morcione.
Fatico a rassegnarmi all‘idea di non poter godere di uno degli spettacoli che la nostra Terra offre; certo, io potrei in volo , ma i mie compagni Zio Patri e la nostra guida Mirna di Dimensione Appennino, purtroppo no. Quindi decidiamo di tornare indietro. Seguiamo così la via dell‘acqua che ci conduce ad un Mulino. Pare, a primo acchito, che si debba guadare per raggiungerlo, ma volando più in alto, scopriamo un altro passaggio.
È nascosto tra le fronde sotto al Castello dei Dal Verme in Zavattarello e la sensazione è che pare sia sorto per dare rifugio a furfanti e contrabbandieri.
Qualcuno ci scorge da una finestra, ma si ritrae repentino ed il mio intuito mi dice sia il caso di girare alla larga.
In cima al sentiero un cartello indica un luogo denominato "Le Moline‘ ed in ragion di quanto abbiamo appena scorto, mi pare l‘inizio di una nuova storia, tutta da scoprire....
L‘Ape Meliflora & Friends vi aspetta il 21/04 con Legambiente per il Distretto del Cibo Oltrepò e Dimensione Appennino, per rivivere insieme questo volo.
Sulla Via dell‘acqua: Memorie storiche ed i Mulini delle Terre Interne.