Nascosto tra le vigne e i dolci pendii di Canneto Pavese, nel cuore della provincia di Pavia, si erge un monumento silenzioso, testimone di secoli di storia e di viaggi epici lungo le antiche vie dei pellegrini: il Pozzo di Sant‘Antonio Abate.
Un Viaggio nel Tempo
Il Pozzo di Sant‘Antonio Abate è molto più di un semplice punto d‘acqua. Risalente all‘epoca medievale, questo maestoso pozzo, costruito con mattoni a vista, ha servito da ristoro e rifugio per i pellegrini in viaggio lungo due delle più importanti rotte medievali: la via Francigena e la via Romea.
La Storia Incisa nella Pietra
Sulla superficie del pozzo, una lapide commemorativa custodiva il ricordo di un momento cruciale nella storia della regione. Posta nel 1511 da Giovanni Marco Arrigoni, la lapide ricordava Beata Guarisca Arrigoni e la concessione dell‘immunità perpetua da parte di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, agli Arrigoni, ai Quartironi e ai Rognoni nel lontano 1438. Questo gesto, seguito all‘espulsione dalla Valle di Taleggio per mano degli invasori Veneti, suggellò un patto di protezione e memoria che ha resistito per secoli.
Un Atto di Saccheggio: La Scomparsa della Memoria
Tuttavia, nel corso degli anni, il pozzo è stato testimone non solo di momenti di gioia e pellegrinaggio, ma anche di tragedie. Nel 1978, un atto ignobile sconvolse la tranquillità del luogo: la lapide, simbolo di storia e memoria, fu trafugata. Un gesto senza scrupoli che ha privato il Pozzo di Sant‘Antonio Abate di una parte fondamentale della sua identità.
Alla Ricerca della Verità Perduta
Oggi, mentre i visitatori si avvicinano al pozzo, possono ancora percepire l‘eco dei passi dei pellegrini che lo hanno attraversato nei secoli. Tuttavia, resta un vuoto, un mistero irrisolto che continua a solleticare la curiosità degli abitanti locali e degli storici: chi ha portato via la lapide e per quale motivo?
Il Pozzo di Sant‘Antonio Abate: Un Richiamo alla Storia
Sebbene privato di una parte della sua storia incisa nella pietra, il Pozzo di Sant‘Antonio Abate continua a essere un simbolo di resilienza e di connessione con il passato. La sua presenza maestosa tra le vigne di Canneto Pavese è un richiamo costante alla necessità di preservare e proteggere il nostro patrimonio storico, affinché le generazioni future possano continuare a essere ispirate e sorprese dalla ricchezza della nostra storia.