L’Oltrepò Pavese, situato a sud del fiume Po nella provincia di Pavia, è una terra con una storia vinicola che affonda le sue radici in epoche antichissime. Questo territorio, abitato fin dalla preistoria, è stato influenzato da diverse civiltà, tra cui Galli, Liguri e Romani, che hanno contribuito a modellarne la cultura e l’agricoltura, con un impatto significativo sulla viticoltura.
Le origini della viticoltura: dai tempi preistorici agli Etruschi
Le prime tracce della coltivazione della vite nell’Oltrepò Pavese risalgono alla preistoria, come dimostrano reperti fossili di antiche viti. Tuttavia, fu con gli Etruschi, nel VI secolo a.C., che la viticoltura iniziò a svilupparsi in modo più strutturato. Gli Etruschi introdussero la vitis sativa e tecniche innovative, come la potatura lunga su sostegni vivi, valorizzando le varietà locali di vite e ponendo le basi per la tradizione vinicola della regione.
L’età romana: il riconoscimento del vino dell’Oltrepò
L’importanza del vino dell’Oltrepò Pavese è celebrata da storici come Strabone, che nel I secolo a.C. lodava la qualità dei vini locali e le grandi botti di legno, attribuendone l’invenzione agli artigiani della regione. Anche Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C., documentò la florida viticoltura in località come Clastidium (oggi Casteggio) e Litubium (Retorbido), sottolineando il prestigio già allora riconosciuto ai vini della zona.
Il Medioevo: l’influenza dei monaci e la rinascita
Durante il Medioevo, la viticoltura sopravvisse e prosperò grazie ai monaci dell’Abbazia di San Colombano a Bobbio. Questi religiosi, che avevano acquisito conoscenze vitivinicole in Borgogna, restaurarono e potenziarono le coltivazioni di vite, devastate dalle invasioni barbariche. Grazie a loro, l’Oltrepò Pavese divenne un punto di riferimento per la produzione di vini di qualità.
L’era moderna: crisi e rinascita
Nel XIX secolo, la regione affrontò la devastante crisi della fillossera, che distrusse gran parte dei vitigni autoctoni. Nonostante questo, l’Oltrepò Pavese riuscì a risollevarsi introducendo nuovi metodi di coltivazione e selezione dei vitigni. Nel 1912, lo spumante dell’Oltrepò Pavese fu persino pubblicizzato a New York, segno del crescente prestigio internazionale della viticoltura locale.
Il XX secolo: innovazione e cooperazione
Il XX secolo segnò una svolta con la nascita delle prime cantine sociali, come quella di Montù Beccaria nel 1902. Queste cooperative permisero ai viticoltori di ottimizzare le risorse, migliorare la qualità dei vini e conquistare nuovi mercati. Grazie a queste iniziative, i vini dell’Oltrepò Pavese sono oggi sinonimo di eccellenza e tradizione.
Oltrepò Pavese: una terra di tradizione e innovazione