Un progetto sociale con un impatto significativo sulla rieducazione e reinserimento dei detenuti è stato lanciato grazie all’iniziativa di Anna Bruni Agnes, presidente della Commissione distrettuale CARCERE, MISURE ALTERNATIVE, REATI, GIUSTIZIA. Il progetto coinvolge diverse realtà locali, tra cui il Distretto Rotary 2050, il Rotary Club Gruppo Longobardo, il Rotary Club Valle Staffora, l’UEPE Pavia, e la Cooperativa 381 Onlus Orti Sociali. Il programma ha come obiettivo principale l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati attraverso la formazione in agricoltura sociale e la gestione di arnie per la produzione di miele.

L’Apicoltura Sociale: Un Mestiere che Cambia la Vita

Il cuore del progetto è la formazione di detenuti intra ed extra murari (art. 21) e soggetti in messa alla prova o con obbligo di lavori di pubblica utilità. La formazione pratica si concentra sull’apicoltura, un settore che non solo permette ai detenuti di acquisire nuove competenze, ma anche di connettersi con la natura e imparare l’importanza delle api per l’ecosistema. Grazie all’esperienza diretta e alla formazione “on the job”, i detenuti acquisiscono un mestiere che può essere utilizzato anche dopo il loro reinserimento nel mondo del lavoro.

Rieducazione e Inclusione Sociale: Un Progetto per il Cambiamento

La rieducazione non è solo una questione di punizione, ma un processo dinamico che coinvolge la ricostruzione della persona. Secondo Davide Pisapia, direttore della Casa Circondariale di Voghera, l’importanza di iniziative come questa è fondamentale per stimolare i detenuti a sentirsi utili e ad apprendere un mestiere che li aiuti a reintegrarsi nella società. “Il progetto va oltre la semplice attività lavorativa”, afferma Pisapia, “è un’opportunità di crescita personale che favorisce la riconciliazione sociale.”

Il Ruolo del Rotary Club e della Comunità Locale

Grazie al sostegno del Rotary Club Gruppo Longobardo, che ha finanziato il progetto, e della Cooperativa 381 Onlus Orti Sociali, che supporta la parte pratica, il programma ha preso vita. Anna Bruni Agnes, ideatrice dell’iniziativa, ha spiegato che esperti del settore come il Dott. Marco Cavanna, apicoltore ed educatore, conducono attività formative mirate, aiutando i detenuti ad apprendere le tecniche di apicoltura e le sue applicazioni pratiche. Questo approccio innovativo di apicoltura sociale ha un grande impatto sulla vita dei partecipanti, fornendo loro nuove competenze professionali e creando opportunità per il futuro.

Benefici Ambientali e Sociali dell’Apicoltura

L’apicoltura, oltre a essere un’attività formativa, ha anche un impatto positivo sull’ambiente, grazie alla produzione di miele che contribuirà alla sostenibilità del progetto. Come sottolineato dalla Dott.ssa Fontana, dell’UEPE Pavia, questo progetto si inserisce perfettamente nel contesto agricolo dell’Oltrepò Pavese, favorendo l’inclusione sociale e stimolando la sostenibilità ambientale.

Sostenibilità del Progetto: Vendita del Miele e Collaborazioni con le Botteghe Locali

Il miele prodotto durante il progetto verrà venduto nelle botteghe alimentari locali e nei mercati di campagna amica di Coldiretti, permettendo al progetto di autofinanziarsi e garantire la sua sostenibilità a lungo termine. Questo passaggio è fondamentale per assicurare che il progetto continui a crescere e che i detenuti possano beneficiare di opportunità di lavoro post-detenzione.

La Cooperativa 381 Onlus: Un Partner Fondamentale

La Cooperativa 381 Onlus, con la partecipazione di Moreno Baggini e Sara Fasani, è un attore chiave nel supporto pratico e educativo del progetto. Baggini ha sottolineato l’importanza dell’inclusione attraverso il lavoro di squadra: “Lavorare con le api insegna a cooperare, a condividere obiettivi comuni, ed è proprio questa filosofia che vogliamo trasmettere ai partecipanti, per aiutarli a integrarsi con successo nella società.”

Un Futuro di Inclusione e Cambiamento

Il progetto, che continuerà fino al 2025, è una testimonianza della forza della solidarietà e del lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni, e comunità locali. “Tutti abbiamo diritto a una seconda opportunità”, conclude Davide Pisapia, “e questo progetto dimostra che è possibile cambiare veramente.”

Autore: Alessandro Paola Schiavi